Agorà, incontri culturali albatesi, propone una Visita guidata alla mostra Arcimboldo, artista milanese tra Leonardo e Caravaggio,
che è aperta a Milano negli spazi di Palazzo reale.
L’iniziativa è programmata per Domenica 13 marzo 2011 (Partenza da Camerlata staz. Nord alle ore 8.20; rientro previsto ore 14.30 circa).
Arcimboldo è sicuramente uno degli artisti più curiosi della storia dell’arte.
Il suo nome è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, surreale, tanto è divenuto famoso per lo straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie o oggetti vari.
Per informazioni
Maria 349.60.30.140, Franca 339.85.31.270, Giovanna 339.69.70.200, Valerio 031.52.19.54
albateagora@gmail.com
Arcimboldo è sicuramente uno degli artisti più curiosi della storia dell’arte. Il suo nome è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, surreale. Il segreto dello straordinario succe
sso delle sue composizioni antropomorfe che appaiono
come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie o oggetti vari) sta nell’ambiguo ed affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
L’attività di Giuseppe Arcimboldo inizia nella sua città natale, Milano, dove vive sino a trentacinque
anni lavorando con il padre e realizzando cartoni per vetrate e arazzi non particolarmente originali. L’artista quindi lavora per un lungo periodo alla corte degli Asburgo (dal 1562 al 1587) al servizio prima di Massimiliano II e poi di Rodolfo II, appassionato di astrologia, alchimia e di curiosità scientifiche e naturali. Le sue funzioni sono molteplici: pittore ritrattista, ideatore, scenografo e costumista di feste effimere.
La mostra divisa in nove sezioni, introduce il visitatore nella Milano cinquecentesca, in un percorso affascinante tra disegni, pittura e preziosi oggetti usciti dalle officine artigianali milanesi, all’epoca rinomatissime per la qualità e l’eccellenza dei propri manufatti artistici.
Presenta le opere giovanili di Arcimboldo e dei suoi maestri: il Ritratto di Biagio Arcimboldo
di Bernardino Luini; le vetrate per il Duomo di Milano, realizzato su disegni di Arcimboldo e del padre Bigio; i disegni per il gonfalone di Sant’Ambrogio attribuiti a Giuseppe Arcimboldo e a Giuseppe Meda; l’arazzo con il Transito della Vergine (1561-1562) su cartone di Arcimboldo proveniente dal Duomo di Como.
Il cuore della mostra presenta le più spettacolari Teste composte di Arcimboldo (Stagioni ed elementi), dipinte in più varianti a partire dal 1563.
Le intricate composizioni di fiori, frutti e animali celano un complesso significato allegorico, legato alle vicende e alle aspirazioni universalistiche della dinastia asburgica.
Arcimboldo svolse inoltre un’intensa attività di inventore, animatore e regista di feste e tornei, contribuendo allo sviluppo della pittura di corte con l’invenzione di prodigiosi attrezzi e strabiliati mascherate: si entra così nel mondo sfavillante delle feste di corte.
Chiude la mostra la lezione sulle teste reversibili e la natura morta, con alcuni capolavori assoluti di Arcimboldo come l’Ortolano e Testa reversibile con canestra di frutta, da cui Caravaggio avrebbe preso ispirazione per la natura morta più celebre della storia dell’arte: La canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana.